Peter Weinzierl, ex amministratore delegato di una banca privata austriaca, meglio conosciuta con il vecchio nome di Meinl Bank AG, arrestato con l’accusa di riciclaggio nel maggio 2021 a Londra, rischia l’estradizione negli Stati Uniti (Bloomberg, 13/6/2022).
Secondo il Dipartimento di Giustizia USA, Peter Weinzierl potrebbe passare il resto della vita in carcere con l’accusa di avere fatto “volare” 170 milioni di dollari dagli Stati Uniti in conti bancari di società di comodo offshore controllate segretamente da una grande compagnia di costruzioni del Sudamerica, allo scopo di frodare il fisco e creare fondi neri per corrompere funzionari in giro per il mondo per conseguire importanti gare d’appalto.
Tra il 2006 e il 2016, Peter Weinzierl, aveva operato attraverso Meinl Bank AG, di cui era amministratore delegato, e la filiale della banca austriaca ad Antigua, in cui era membro del consiglio di amministrazione, per riciclare centinaia di milioni di dollari verso conti bancari di società di comodo offshore in cambio di ingenti commissioni.
Lo stesso Peter Weinzierl che è stato membro del consiglio di amministrazione di SO.GE.A.P. S.p.A., la società che ha in concessione l’aeroporto “Giuseppe Verdi” di Parma, dal 2011 al 2015, prima come consigliere, poi come amministratore.
Per Meinl Bank, il caso si aggiunge alle precedenti accuse di riciclaggio in Europa e Sud America, una frode di oltre mezzo miliardo di dollari. Secondo l’OCCRP (Organized Crime and Corruption Reporting Project), al centro dello schema fraudolento c’era Meinl Bank AG, che aveva scommesso molto e perso molto nel settore degli investimenti immobiliari, che aiutava banchieri, politici e imprenditori dell’Europa orientale a sottrarre denaro alle proprie istituzioni e a frodare il fisco.
Il titolare e presidente di Meinl Bank, Julius Meinl, era stato arrestato il 1/4/2009 a Vienna, dopo 18 mesi di indagini da parte delle autorità giudiziarie austriache e del watchdog finanziario del FMA (Financial Market Authority), con l’accusa di frode nei confronti degli investitori di un fondo immobiliare collegato alla sua banca (Reuters, 2/4/2009).
In Italia, Meinl Bank AG è stata socio di maggioranza con il 67,95% di SO.GE.A.P. S.p.A., la società che ha in concessione l’aeroporto “Giuseppe Verdi” di Parma, dal 2008 fino al 15/10/2019. Partecipazione gestita dalla banca d’affari austriaca attraverso Meinl Airports International Ltd., società di investimenti con sede a Jersey, Channel Islands, noto paradiso fiscale offshore nel cuore dell’Europa.
Il 29/6/2011, tutto il 67,95% delle quote di SO.GE.A.P. S.p.A. passa direttamente nelle mani di Meinl Bank in seguito a una serie di gravi problemi con gli azionisti che avevano deciso di liquidare il fondo di investimento che deteneva Meinl Airports International e di vendere le loro partecipazioni negli aeroporti, tra cui quello di Parma.
Il 15/10/2019 l’Unione Parmense Industriali sottoscrive un aumento di capitale di € 8,5 milioni per ripianare le croniche e consistenti perdite di gestione dello scalo parmense e diventa il socio di maggioranza passando dal 6,34% al 60,2%, Meinl Bank scende al 27,7%, i soci pubblici (Comune, Provincia, Camera di Commercio) scendono dal 21% all’8%.
Il tempismo è perfetto: un mese dopo, il 14/11/2019, la Banca Centrale Europea revoca la licenza bancaria a Meinl Bank per riciclaggio di centinaia di milioni di dollari e di euro “dirottati” in società di comodo offshore con sede in paradisi fiscali (British Virgin Islands, Antigua, Cayman Islands, Bahamas, Panama, etc.). Nel 2017, con medesime motivazioni, era stata revocata la licenza alla filiale di Meinl Bank ad Antigua.
Nel frattempo Meinl Bank AG aveva cambiato nome in Anglo Austrian AAB Bank AG, ma questo non ha evitato la bancarotta, decretata il 2/3/2020 dal Tribunale di Vienna, a seguito degli oltre € 200 milioni di perdite registrate negli ultimi 5 anni di gestione e della revoca della licenza bancaria da parte della BCE.
Non migliore sorte era toccata alla collegata Meinl Airports International Ltd., implicata nel 2009 in operazioni societarie di discutibile legittimità, che avevano fatto intervenire gli organi di vigilanza, aveva cambiato nome in AI Airports International Ltd, per poi finire in liquidazione nel 2015, travolta anch’essa dalle ingenti perdite.
Purtroppo, nemmeno le vicende che hanno coinvolto Meinl Bank e la sua collegata Meinl Airports International sono bastate a mettere in discussione i cospicui finanziamenti pubblici stanziati da Stato e Regione (a oggi sono più di € 70 milioni) alla società privata di gestione dell’aeroporto di Parma attraverso procedure non proprio trasparenti.
Ci si aspetterebbe un’indagine approfondita, anche da parte della Corte dei Conti, dato che si tratta di fondi pubblici stanziati a favore di una società privata in grave e perdurante perdita, invece nulla.
Si vogliono soltanto far “atterrare” altri € 12 milioni di denaro pubblico in un aeroporto cronicamente agonizzante, che non arriva a 200 mila passeggeri/anno, e che ha registrato € 77 milioni di perdite soltanto negli ultimi 30 anni.